Viaggio in Basilicata: 4 borghi da visitare nel Vulture
Il Vulture è una regione della Basilicata situata nella zona settentrionale della provincia di Potenza.
E’ una terra ricca di storia, natura e tradizioni enogastronomiche, che prende il nome dal Monte Vulture, un antico vulcano ormai spento che domina il paesaggio.
Il territorio, caratterizzato da colline verdi, vigneti, oliveti e boschi è la patria dell’Aglianico e del poeta Orazio.
Il Vulture è una terra tutta da scoprire, dove storia, natura e tradizioni si incontrano. Tra castelli imponenti, antichi resti romani, vicoli pieni di fascino e sorprendenti opere d’arte, ogni angolo racconta una storia.
E se vuoi immergerti nell’anima più autentica di questa terra, ecco 4 borghi imperdibili da visitare nel Vulture, ognuno con il suo fascino unico e le sue storie da raccontare.
- Conoscere il Vulture, cuore verde della Basilicata
- Melfi: Il Cuore Normanno della Basilicata
- Venosa: Sulle Orme di Orazio e della Storia Romana
- Forenza: Il Borgo dei Murales in Ceramica
- Acerenza: La "Città Cattedrale" tra i Borghi più Belli d’Italia
- Visitare i borghi del vulture in camper
- Conclusione: il Vulture ti aspetta
Conoscere il Vulture, cuore verde della Basilicata
Hai mai sentito parlare del Vulture ?
Probabilmente no!
La regione del Vulture si estende nel nord della Basilicata, al confine con la Puglia e la Campania
Il suo territorio è dominato dal profilo imponente del Monte Vulture, un antico vulcano ormai spento.
Un paesaggio unico, dove foreste rigogliose si alternano a colline ricoperte di vigneti e uliveti, creando uno scenario di rara bellezza.
Qui la natura si esprime in tutta la sua forza, con i suggestivi Laghi di Monticchio, incastonati nel cratere vulcanico e circondati da boschi secolari. Proprio per proteggere questo paesaggio unico, nel 2017 è stato istituito il Parco Naturale Regionale del Vulture che si estende per 57496 ettari dalle pendici del Monte Vulture fino ai comuni di Atella, Barile, Ginestra, Melfi, Rapolla, Rionero in Vulture, Ripacandida, Ruvo del Monte e San Fele.
Nonostante sia ancora lontano dai grandi circuiti turistici, il Vulture custodisce un patrimonio storico e culturale straordinario.
Questa terra ha attratto popoli fin dalla preistoria e nel Medioevo ha visto la nascita di città fortificate e castelli, molti dei quali furono riorganizzati da Federico II di Svevia, che qui trovò il suo rifugio ideale per la caccia e il riposo.
Non mancano tracce del passaggio di Dauni, Sanniti, Romani, Bizantini, Normanni e Aragonesi, ognuno dei quali ha lasciato un segno indelebile nell’architettura e nelle tradizioni locali.
Oltre alla sua storia, il Vulture è celebre per i suoi sapori: questa è la terra dell’Aglianico del Vulture DOCG, il re dei vini lucani, e di una cucina legata alla ruralità e ai prodotti genuini.
Attraversando la regione, ci si imbatte in piccoli borghi ricchi di fascino, con vicoli medievali, antiche abbazie, fortezze imponenti e misteriose leggende che riecheggiano tra le mura di castelli millenari.
Quattro sono i borghi che consigliamo di visitare per immergersi nell’anima più autentica del Vulture. Ognuno con la sua storia, il suo carattere e le sue meraviglie da scoprire: Melfi, Acerenza, Venosa, Forenza.
Questi borghi meritano una visita per la loro storia, le bellezze artistiche e i paesaggi.
Qui trovi castelli normanni, siti archeologici, centri storici ben conservati e tradizioni autentiche.
Inoltre, questi borghi, così piccoli da poter essere visitati in giornata, offrono un viaggio lontano dalle rotte turistiche più affollate, permettendo di immergersi nelle tradizioni locali e di assaporare l’enogastronomia del territorio, a partire dal vino Aglianico del Vulture.
Melfi: il cuore normanno della Basilicata
Situata su un colle ai piedi del Monte Vulture, Melfi è uno dei centri storici più importanti della Basilicata. Grazie alla sua posizione strategica, fu abitata sin dall’antichità da Dauni e Lucani, diventando poi un insediamento romano e, nel Medioevo, un punto chiave conteso tra Bizantini e Longobardi.
Con l’arrivo dei Normanni nel 1041, Melfi divenne la prima capitale del Sud Italia e da qui partirono le loro conquiste, guidate da Roberto il Guiscardo. Nel corso dei secoli, passò sotto il dominio di Svevi, Angioini e Aragonesi, arricchendosi di monumenti e architetture di grande valore. Federico II di Svevia la scelse come residenza e qui promulgò le Costituzioni di Melfi nel 1231, un codice legislativo innovativo per l’epoca.
Melfi ospitò anche cinque Concili Papali, tra cui quello del 1089, in cui Papa Urbano II proclamò la Prima Crociata.
Oggi, il borgo conserva il suo fascino medievale tra imponenti mura, antiche chiese e suggestivi vicoli che raccontano secoli di storia.
Cosa vedere a Melfi
Il Castello di Melfi, costruito dai Normanni e ampliato da Federico II, è uno dei più importanti del Sud Italia. Ospita il Museo Archeologico Nazionale del Melfese, dove sono esposti reperti che testimoniano le antiche civiltà del territorio, tra cui il celebre Sarcofago di Rapolla, raffinata opera romana del II secolo d.C.
Passeggiando per il centro storico, si incontra la Cattedrale di Santa Maria Assunta, fondata nel XII secolo e caratterizzata da un suggestivo contrasto tra il campanile normanno e la facciata barocca. Al suo interno si possono ammirare un soffitto a cassettoni dorati e preziosi arredi sacri.
Seguendo le antiche mura normanne della città si arriva fino alla Porta Venosina, unico accesso superstite dell’originaria cinta muraria, che regala una splendida vista sul paesaggio del Vulture.
Melfi è anche custode di un patrimonio sacro unico, rappresentato dalle affascinanti chiese rupestri di Santa Margherita e Santa Lucia, scavate nel tufo e impreziosite da affreschi medievali. Tra questi spicca il suggestivo "Monito dei Morti", che si ritiene raffiguri Federico II con la sua famiglia.
Se vuoi approfondire la storia religiosa della città, visita il Museo Diocesano, che conserva argenti, dipinti e una splendida Pietà in pietra del XV secolo.
Melfi è una destinazione tutta da visitare a piedi, con calma per scoprire i piccoli particolari che la contraddistinguono come i murales di Palazzo Catapano o la Fontana del Bagno.
Un consiglio: salire fino al Convento dei Cappuccini situato sul colle opposto al Castello Normanno, da lassù il panorama è strepitoso!
Venosa: Sulle Orme di Orazio e della Storia Romana
A pochi chilometri da Melfi, tra le dolci colline del Vulture, sorge Venosa, un altro gioiello della Basilicata, ricco di storia e fascino, che porta con sé l'eredità di Orazio e delle antiche civiltà che l'hanno abitata.
Venosa, incastonata tra le colline del Vulture, vanta un passato ricco e stratificato. Fondata dai Romani nel 291 a.C. dopo la vittoria sui Sanniti, la città divenne una colonia dedicata a Venere e si sviluppò rapidamente grazie alla sua posizione strategica lungo la Via Appia.
Nel corso dei secoli, Venosa fu protagonista di importanti trasformazioni: ottenne la cittadinanza romana durante la Guerra Sociale, vide nascere il celebre poeta Quinto Orazio Flacco nel 65 a.C. e prosperò come centro commerciale fino alla deviazione della via Traiana nel II secolo d.C., che ne segnò un periodo di declino.
Nonostante le difficoltà, la città mantenne un ruolo significativo nell'Alto Medioevo, ospitando una fiorente comunità ebraica le cui testimonianze sono ancora visibili nelle catacombe della collina della Maddalena.
Con l’alternarsi di dominazioni longobarde, bizantine e normanne, Venosa divenne un importante centro religioso e culturale, come dimostra la maestosa Abbazia della Santissima Trinità.
Nel Rinascimento, sotto la famiglia Gesualdo, la città conobbe una nuova stagione artistica e musicale, legata alla figura del compositore Carlo Gesualdo.
Oggi, Venosa è un museo a cielo aperto, dove le vestigia romane si fondono con l’eleganza medievale e rinascimentale, testimoniando la ricchezza della sua storia millenaria.
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Cosa vedere a Venosa
Uno dei luoghi più affascinanti di Venosa è il Complesso della Santissima Trinità , un sito di straordinario valore storico situato ad un chilometro dalla città.
Al suo interno si trovano una basilica paleocristiana , edificata su un antico tempio pagano, e la suggestiva Chiesa dell’Incompiuta , un progetto mai terminato che conserva il suo imponente perimetro e colonne corinzie.
Per vederla è necessario entrare nel vicino Parco Archeologico , dove si possono ammirare i resti dell’anfiteatro romano, delle terme e delle antiche strade lastricate. Considerato il prezzo davvero conveniente, che include anche l'accesso alMuseo Archeologico in centro, la visita vale sicuramente la pena.
Il Museo Archeologico Nazionale , che raccoglie reperti dell'antica colonia romana di Venusia e del sito preistorico di Notarchirico, è ospitato all'interno del maestoso Castello Aragonese , una fortezza del XV secolo con quattro torri circolari e un ampio fossato.
Di fronte al castello si apre una graziosa piazza porticata con la Fontana Angioina , realizzata nel 1298 da Carlo d’Angiò, arricchita da sculture leonine di epoca romana. Proseguendo tra le stradine del borgo si arriva a Piazza Orazio Flacco, dedicata al celebre poeta, dove è possibile visitare la sua casa-museo .
A pochi passi dal centro si trova anche il Museo Porta Coeli, ospitato in un elegante palazzo seicentesco, che espone opere d’arte sacra e mostre di artisti internazionali.
Tra le altre tappe da non perdere ci sono la Concattedrale di Sant’Andrea, con il suo stile romanico-rinascimentale, il quartiere delle saline, storicamente legato al commercio del sale, e la Chiesa di San Rocco, risalente al 1501.
Infine, una visita a Venosa non può dirsi completa senza assaggiare il tipico "sospiro", un delizioso dolce di pan di Spagna farcito con crema.
Venosa è un vero gioiello, un connubio perfetto tra storia, arte e tradizioni che affascina al primo sguardo.
Forenza: Il Borgo dei Murales in Ceramica
Forenza, affascinante borgo della Basilicata, sorge su un colle nel cuore del Vulture, dominando la Valle del Bradano.
Il suo nome deriva dall’antica Forentum, un insediamento sannita citato da Orazio e altri storici latini, poi conquistato dai Romani. Tuttavia, l’attuale abitato non coincide con l’antico sito, poiché i suoi abitanti si spostarono su un'altura per difendersi meglio dagli attacchi esterni.
Nel corso dei secoli, Forenza ha vissuto diverse dominazioni: bizantina, longobarda, normanna e angioina, subendo trasformazioni architettoniche e strategiche.
Il suo castello, costruito in epoca medievale, sorgeva nell’attuale Piazza Regina Margherita, ma oggi non ne rimane traccia. In epoca moderna, il borgo ha vissuto eventi significativi, come la rivolta contadina del 1892 e l’accoglienza di profughi ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale.
Forenza è nota anche per la leggenda dei Templari: si narra che Ugo de’ Pagani, presunto fondatore dell’Ordine, fosse originario di questo borgo.
Ancora oggi, ogni 16 agosto, si tiene una rievocazione storica che richiama il fascino e il mistero della sua storia millenaria.
Cosa vedere a Forenza
Passeggiare tra i vicoli di Forenza significa immergersi in un’atmosfera d’altri tempi, tra antiche mura medievali, palazzi nobiliari e scorci pittoreschi.
Ma a rendere davvero unica questa cittadina lucana è l’arte urbana che la anima: un viaggio tra murales e mosaici che raccontano la storia, le tradizioni e l’anima creativa del borgo.
Grazie al talento dell’artista Mario Brienza, Forenza è diventata un museo a cielo aperto. Le sue opere trasformano angoli nascosti in scenari vibranti di colori e significati.
Dai mosaici realizzati con materiali di riciclo, che decorano stradine e piazzette, ai murales che narrano scene di vita quotidiana e antiche leggende, ogni angolo del borgo è un’opera d’arte.
Tra i punti imperdibili c’è Via dell’Anima, dove le parole degli scrittori forenzesi prendono vita sui muri, e la Sentina, dove i mosaici si incastonano negli spazi più impensabili, creando un contrasto affascinante con l’architettura medievale.
Ma Forenza non è solo arte contemporanea: il suo centro storico conserva tesori di grande valore.
Da Porta San Pietro, unica superstite delle antiche porte di accesso, si snoda un percorso tra la Chiesa di San Nicola, con il suo prezioso busto d’argento di Sant’Antonio, la Casa Contadina, che conserva intatta la memoria del mondo rurale, e il suggestivo Santuario del Santissimo Crocifisso, con le sue opere lignee seicentesche.
Acerenza: La "Città Cattedrale" tra i Borghi più Belli d’Italia
Acerenza, uno dei “Borghi più belli d’Italia” in Basilicata, si erge maestosa su una rupe a oltre 800 metri di altitudine, dominando il paesaggio dell’alta valle del Bradano.
Le sue origini risalgono a tempi antichissimi: insediamenti risalenti al VI secolo a.C. testimoniano la sua esistenza già in epoca preromana. Conquistata da Roma nel 318 a.C., divenne un'importante roccaforte e durante l’età imperiale, la città divenne municipium, mantenendo un ruolo di rilievo fino al declino dell’Impero Romano.
Nel Medioevo, Acerenza fu contesa tra Longobardi e Bizantini, divenendo sede vescovile già nel V secolo. La svolta avvenne nel 1061 con la conquista normanna da parte di Roberto il Guiscardo, che ne fece un centro difensivo e avviò la costruzione della maestosa Cattedrale di Santa Maria Assunta e San Canio.
La chiesa, completata nel XIII secolo, è ancora oggi simbolo della città e dell’importanza religiosa che Acerenza ha rivestito nel tempo.
Sotto gli Svevi e poi gli Angioini, il borgo consolidò il suo ruolo strategico, per poi passare agli Aragonesi, che la liberarono dal dominio feudale.
Tuttavia, il devastante terremoto del 1456 segnò profondamente la città, che fu ricostruita con il sostegno della famiglia Ferrillo.
Durante il Rinascimento, Acerenza visse un periodo di rinascita artistica, ma, come tutta la Basilicata, passò da un dominio all’altro fino all’Unità d’Italia.
Oggi, Acerenza conserva il fascino della sua storia millenaria, offrendo ai visitatori un viaggio nel tempo tra le sue stradine medievali, le fontane e i palazzi nobiliari.
Cosa vedere ad Acerenza
Il centro storico di Acerenza è un intreccio di vicoli che si snodano tra palazzi nobiliari, portali in pietra scolpita e antiche fontane, conducendo al suo gioiello più prezioso: la maestosa Cattedrale di Santa Maria Assunta e San Canio.
Edificata tra l’XI e il XIII secolo in stile romanico-cluniacense, sorge sui resti di una chiesa paleocristiana e di un tempio pagano dedicato a Ercole Acheruntino.
Oltre alla Cattedrale, Acerenza vanta altri edifici sacri interessanti, come la Chiesa di San Laviero, che conserva una tela settecentesca raffigurante il martirio del santo patrono, e la Chiesa di Sant’Antonio, annessa al convento francescano del XVI secolo.
Degna di nota è anche la Chiesa rupestre di San Michele Arcangelo, una grotta sacra in cui è custodita una preziosa statua lignea del XIII secolo.
Se vuoi scoprire le radici più autentiche della cultura locale visita il Museo Diocesano, che espone paramenti liturgici, argenti e opere d’arte sacra, ed il Museo etnografico, in cui è ricreata l’atmosfera di un’antica casa contadina, con oggetti e strumenti di vita quotidiana.
Chi ama l’artigianato potrà invece visitare il Museo dei Legni Intagliati, ospitato nel Convento di Sant’Antonio.
La Passeggiata per Acerenza vi farà scoprire un borgo ricco di storia, con panorami spettacolari sulla Valle del Bradano e tradizioni ancora vive.
Visitare i borghi del Vulture in camper
Visitare i borghi del Vulture in camper offre un’opportunità unica di esplorare questa zona della Basilicata in modo indipendente e flessibile.
Il viaggio in camper permette di scoprire paesaggi spettacolari, come le colline vulcaniche che caratterizzano la regione, e di fermarsi nei piccoli borghi ricchi di storia, come Melfi e Venosa, senza la pressione di orari fissi.
Una delle difficoltà principali riguarda la viabilità: le strade che collegano i borghi del Vulture non sempre sono adatte a mezzi di grandi dimensioni, e in alcuni tratti il fondo stradale può risultare dissestato.
E' necessario, poi, porre attenzione alla segnaletica stradale: nei centri storici dei borghi le strade sono strette e tortuose, il che può rendere difficile l'accesso ai camper più grandi, meglio evitarle.
Inoltre, in alcune aree la disponibilità di aree di sosta attrezzate può essere limitata, quindi è fondamentale pianificare in anticipo le soste soprattutto se si ha necessità di servizi come il carico/scarico acque e wc.
Ecco dove abbiamo sostato con il camper durante il nostro on the road in Basilicata e alcune altre alternative.
Dove sostare in Camper a Melfi
📍 A Melfi, potete parcheggiare il camper in Piazza Craxi, un ampia area condivisa con auto e pullman.
La zona, però, può risultare piuttosto trafficata e rumorosa.
Nonostante ciò, il centro storico e il Castello di Melfi sono facilmente raggiungibili a piedi.
È presente una zona dedicata al camper service, con la possibilità di scarico. Il carico acqua al momento della nostra visita (Ottobre 2024) non era possibile.
Tieni conto che, il martedì e il sabato, si tiene il mercato.
Dove sostare in Camper a Venosa
📍 A Venosa, si può parcheggiare gratuitamente nel parcheggio di fronte al Parco Archeologico.
Il centro storico dista circa 1 km ed è raggiungibile con una passeggiata.
Non ci sono servizi, ma è tranquillo.
📍 Il sito del comune suggerisce il Parco Urbano San Felice.
Il parcheggio è solo diurno ed è accanto ad un'area verde con zona Pic Nic e giochi per bambini.
Lontano 1 km a piedi dal centro.
📍 Per chi, invece, preferisce un'area attrezzata c'è l'Area sosta Venusia in Località Piani di Camera Primo.
E' un autolavaggio con area sosta videosorvegliata, servizio scarico camper, carico acqua potabile, corrente elettrica.
Dove sostare in Camper a Forenza
📍 Per la visita del borgo di Forenza si può sostare nello spiazzo in Via Convento, accanto alla Stazione dei Carabinieri.
Il parcheggio è utilizzato anche come sosta bus e dista 5 minuti a piedi dall'inizio del borgo.
📍 Se cerchi un luogo vicino a Forenza per la sosta notturna puoi optare per l'Agriturismo Monte dell'Armenia in Contrada Monte Madonna dell’Armenia 1 a Forenza.
Si trova a 3 km dal borgo ed è dotato di camper service ed elettricità.
Possibilità di mangiare in loco.
Dove sostare in Camper a Acerenza
📍 Per visitare il borgo di Acerenza bisogna lasciare il proprio mezzo nel Parcheggio bus e caravan di Via Antonio Gramsci.
Gratuito e senza servizi, ma distante 20 minuti a piedi dalla Cattedrale.
E' un posto tranquillo dove è possibile sostare anche di notte.
📍 Per i mezzi meno ingombranti è segnalato anche un punto sosta nel parcheggio in fondo a Via delle Cantine.
Dista solo 5 minuti dalla Cattedrale, ma la strada per arrivarci è stretta e con poco spazio di manovra.
Conclusione: il Vulture ti aspetta
Questi sono solo quattro dei borghi che vale la pena visitare nel Vulture, una terra ricca di storia, natura e tradizioni. L’area offre molto di più: dai percorsi naturalistici attorno ai Laghi di Monticchio alle cantine scavate nel tufo dove nasce l’Aglianico del Vulture. E se vuoi spingerti oltre, la Basilicata ha ancora molto da scoprire: dai suggestivi paesaggi della Val d’Agri ai borghi arroccati delle Dolomiti Lucane, fino alla celebre Matera.
Se vuoi trovare altri spunti di viaggio sulla Basilicata, dai un’occhiata agli altri contenuti pubblicati su questo blog e seguimi sul mio profilo Instagram @miryazonzo, dove condivido consigli e immagini dei luoghi più belli che visito!
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