Due Passi al Pis del Pesio
Dopo un inverno trascorso in letargo è giunta l'ora di tirare fuori i nostri scarponcini! L'occasione ce lo offre un evento particolare a cui è possibile assistere solo in questo periodo dell'anno: il Pis del Pesio che sgorga in cascata.
Il Pis del Pesio non è altro che la sorgente del fiume Pesio. Si trova nell'omonima valle, all'interno del Parco Naturale Alta Valle Pesio e Tanaro e rappresenta uno dei più importanti fenomeni carsici delle Alpi Liguri La caratteristica di questa sorgente è il fatto che sia posta all'interno di una parete calcarea, risorgiva di una vasta rete idrologica sotterranea che raccoglie le acque che provengono dalla soprastante Conca delle Carsene e dal Piano Ambrogi, al piedi del massiccio del Marguareis. Nei periodi più ricchi d'acqua, e quindi in primavera ed autunno, il livello del torrente sotterraneo si alza a tal punto che l'acqua esce sotto forma di cascate da una grotta posta a 25 metri di altezza generando una serie di spettacolari cascate. Si raggiungono con una passeggiata di cira un ora e mezza su un sentiero piuttosto agevole. Tutti gli anni in questo periodo ci ripromettiamo di dare un salto a vederle, ma fino ad ora non siamo mai riusciti a vederle nella loro piena attività. Quest'anno le notevoli precipitazioni nevose e le abbondanti piogge primaverili hanno acuito questo fenomeno rendendolo imperdibile.
Ci svegliamo con qualche dubbio sulla partenza, ieri e durante la notte ha piovuto e per oggi le previsioni non sono buone e come sempre quando si parte per la montagna ci chiediamo "Andiamo o no?". Questa volta la risposta e "Si!", quindi dopo colazione carichiamo zaino e macchina fotografica in auto e partiamo alla volta della Valle Pesio.
Da Cuneo passiamo per Peveragno, paese delle fragole (buonissime!), Chiusa di Pesio e da lì, è impossibile sbagliare, risaliamo fino a Vigna, San Bartolomeo e Certosa di Pesio, chiamata così per l'edificio religioso che ospita e che si può visitare. Alla Certosa ci rendiamo conto della quantità di persone che hanno avuto la nostra stessa idea!! Proseguiamo ancora con l'auto fino al Villaggio Ardua da dove è vietato proseguire con i mezzi a meno che non si paghi un biglietto per i parcheggi superiori (2 euro per le auto e 1 euro per i motocicli). Noi ci fermiamo qui e scarponcini ai piedi e zaini in spalla iniziamo la nostra passeggiata.
Il primo tratto da percorrere, di circa 20 minuti, è purtroppo su strada asfaltata e conduce a Pian delle Gorre, un vasto pianoro contornato da latifoglie ed abeti, punto di partenza per le escursioni al Marguareis e punto tappa grazie alla presenza di un Rifugio. La strada asfaltata corre all'interno di un bosco, è il periodo di fioritura degli Allium, piccoli fiorellini bianchi spuntano un pò ovunque alla base degli alberi e lungo il filo della strada e, visto il loro profumo inconfondibile, ci sembra quasi di essere entrati un grande pentolone di minestrone!! Dal Pian delle Gorre, dove già numerosi turisti stanno cercando di occupare con i loro plaid ogni centimetro di prato libero, prendiamo il sentiero che parte sulla destra, in discesa verso il bosco ed il corso del Rio del Salto che attraversiamo grazie ad un ponte in legno.
La mulattiera procede pressochè in falso piano fino ad un bivio, dove lasciando sulla destra il sentiero che porta all'Osservatorio Faunistico, imbocchiamo quello a destra che sale subito deciso e si addentra in un bel bosco di faggi ed abeti. Purtroppo la ristrettezza del sentiero, il suo fondo viscido dopo le ultime piogge e soprattutto la presenza di un gran numero di escursionisti (non ne avevo mai visti cos' tanti, giuro!) fanno sì che non riesca a godere appieno della bellezza del panorama. Troppe voci, troppe persone poco abituate alla montagna, ognuno con un ritmo diverso nelle gambe impongono una passeggiata praticamente in fila indiana. Era prevedibile visto il giorno festivo ed il fatto che la cascata non durerà a lungo, ma così proprio non me l'ero immaginato!
Dopo circa 40 minuti di cammino arriviamo al Gias Fontana e alla sua radura. Non ci fermiamo come fa la maggior parte, ma proseguiamo a salire in un bosco ancora più fitto, con alberi alti e fiorellini primaverili ai loro piedi. Favoloso! La salita termina pressapoco nei pressi della sorgente, tempo di superare una lingua di neve che ancora resiste, frutto di una slavina, che crea qualche problema ai più e che ci imbottiglia di nuovo, e siamo finalmente arrivati. Il rumore dell'acqua è fortissimo e una volta tanto copre gli schiamazzi delle persone che ci stanno attorno.
La cascata principale è veramente spettacolare come ce l'avevamo descritta! Ne abbiamo viste altre più belle e grandiose, certo, ma questa è comunque un evento. L'acqua esce dal buco al centro della parete con una grande forza e si tuffa con un balzo di venti metri nel letto del Pesio. Non ci sono, purtroppo giochi di luce sull'acqua, anche se è una giornata di pieno sole la posizione della sorgente all'interno del bosco fa sì che sia poca la luce diretta che vi filtra.
Sostiamo per un pò con il naso in su per un pò lasciandoci bagnare dalle gocce d'acqua che arrivano dall'alto e scattiamo qualche foto. Mi sarei aspettata di dover far la coda anche per vederla, ma è sorprendente il fatto che la maggiorparte delle persone che si sono incamminate fino a qui si fermino un minuto, giusto il tempo per uno scatto e poi ridiscendano di nuovo. Meglio per noi che possiamo assaporarne in pace la bellezza.
Scendiamo giù per lo stesso sentiero, ora c'è meno gente, più silenzio e possiamo godere dell'incanto del fresco bosco. Arrivati al bivio con l'Osservatorio Faunistico decidiamo di andarlo a vedere e sulla strada mangiamo i panini sedendoci con le gambe a penzoloni su uno dei ponti in legno che attraversano il Pesio. Dell'osservatorio rimane ben poco, le reti che proteggevano gli animali sono in parte coricate (forse la neve dell'inverno?), dei caprioli che vi abitavano un tempo non c'è traccia, ma rimangono le altane utilizzate dai guardia parco per gli avvistamenti. Da lì in breve il sentiero ci riporta a Pian delle Gorre dove ripercorrendo la strada asfaltata ritorniamo alla nostra auto.
Nonostante il grande afflusso di gente l'esperienza è stata senza ombra di dubbio positiva. Consiglio senz'altro questa breve e facile escursione con l'accortezza di effettuarla, se è possibile, in un giorno infra-settimanale. La nostra idea di partenza era quella di effettuare un anello che doveva toccare anche le Cascate del Saut utilizzando il sentiero che dai pressi del Pis del Pesio porta al Gias dell'Arpi e poi al Cascate del Saut con ritorno al Pian delle Gorre. Purtroppo non ci è stato possibile in quanto tale mulattiera era impraticabile, probabilmente perchè, passando proprio sopra le cascate, non era stata ancora rimessa in sesto dopo l'inverno passato.
Chi è interessato può consultare il sito lafiocavenmola che contiene una pagina dell'itinerario completa di fotogallery e waypoint per navigatore satellitare.
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