Durante l’estate è nostra abitudine trascorrere una settimana di vacanza in montagna, dedicando il nostro tempo ad uno dei nostri sport preferiti: il trekking.
Visto che viviamo già vicino alle montagne, per variare un po’ il paesaggio, è da qualche anno che questo periodo lo trascorriamo con il camper in Valle d’Aosta, dove ci sono diverse possibilità per fare escursioni che possano essere fatte anche dalle bambine. Di solito non ci fermiamo mai in un unico posto, ma, approfittando della nostra casa itinerante, giriamo diverse vallate.
Quest’anno è stata la volta della Valle di Champorcher, della Valsavarenche, della Valle di Cogne e della Valgrisanche. Conoscevamo già queste valli e le abbiamo scelte anche per la loro ospitalità e per l’opportunità di sosta che offrono agli amanti del plein air.
La nostra visita inizia da Crodo, dove pernottiamo e da dove la mattina dopo partiamo in direzione di Croveo. In questo piccolo paese, con bella chiesa dal portale affrescato, è possibile raggiungere in dieci minuti le Marmitte di Croveo ed il suggestivo Ponte della Baulina. Le marmitte sono impressionanti, molto belle, ma anche poco visibili, le si raggiunge con un facile sentiero che parte proprio dietro la chiesa e che porta un ponticello con staccionata in legno piuttosto pericolante. Questo ponte è il migliore punto di osservazione , basta guardare sotto per ammirare le marmitte formate dallo scorrere del torrente Devero. Oltrepassando il torrente e prendendo il sentiero alla sinistra della bella cappella si arriva in poco tempo al Ponte della Baulina, una caratteristica costruzione ad arco realizzato in pietra. Ne abbiamo visto una foto veramente particolare, ma in questo periodo il ponte risulta completamente circondato da una folta vegetazione ed è praticamente impossibile immortalare completamente la sua bellezza. Lasciata Croveo torniamo all’Orrido Sud di Uriezzo, già visitato durante il nostro precedente viaggio in valle. Il luogo è talmente suggestivo che non abbiamo saputo resistere alla tentazione di vederlo ancora una volta. L’ultima tappa della giornata è Riale, dove ai piedi della diga del lago Moresco trascorreremo la notte. Lì, mentre io e Giada prendiamo il sole, Marco parte per un’escursione in mountain bike verso i vicini Laghi Toggia e Castel.
La giornata successiva non risulta molto fortunata. Nella notte è piovuto molto ed in mattinata il brutto tempo continua. Avevamo pianificato di andare fino a …., ma ci dobbiamo rinunciare trascorrendo così tutto il tempo in camper. A sera ci spostiamo a Valdo, località vicino a Formazza ed allietiamo la serata con la visione del divertente film Boog e Elliot 2. Fuori scende il finimondo!
Nella notte il brutto tempo si è placato e la giornata è abbastanza soleggiata. Purtroppo, però, le numerose piogge cadute ci fanno desistere dall’andare a visitare Salecchio, un tipico villaggio Walser che si raggiunge con un’escursione di un paio di ore. Sarà per la prossima volta! Lasciamo la valle e durante il tragitto verso casa ci fermiamo ancora a Vogogna, per visitare il borgo che all’andata avevamo intravisto dall’autostrada. E’ piccolo, ma molto particolare: stradine in acciottolato ed un castello che, purtroppo, in quel momento è chiuso. Per tornare a Cuneo decidiamo di fare un percorso panoramico che passa vicino Lago Mergozzo ed al Lago Maggiore. Sarebbe bello fermarsi un po’ a passeggiare sulle rive, ma c’è pienone e di posti liberi neanche l’ombra. Non importa! Questa volta ci accontentiamo di guardare, avremo tempo di ritornarci.
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I link presenti in questa pagina rappresentano approfondimenti e si collegano ad opinioni pubblicate da Mirella sul sito TRIVAGO
Partiamo nel tardo pomeriggio di Venerdì 3 luglio alla volta di Domodossola che raggiungiamo percorrendo l'autostrada fino a Torino e da lì in parte quella per Milano. Il caldo è insopportabile. Non sappiamo bene dove sostare per la notte, a Domodossola non troviamo un punto sosta adatto, per cui ci spingiamo fino a Crodo dove ci fermiamo nel parcheggio di fronte al Parco delle Terme. La posizione non è proprio pianeggiante, ma per una notte può andare bene.
Il mattino successivo facciamo una passeggiata nel parco, in attesa che apra l'ufficio del turismo dove ci è stato detto che si può avere gratuitamente la cartina per la visita degli orridi. L'attesa si protrae parecchio, ma finalmente, carta alla mano partiamo verso la nostra prima meta: gli Orridi di Uriezzo. Ci sono diverse vie di accesso per raggiungerli, noi scegliamo quella di Premia. Dopo una piccola sosta per ammirare l'impressionante Orrido di Arvera, arriviamo all'Oratorio Santa Lucia dove un piccolo parcheggio accoglie il nostro mezzo. Inizia da qui la nostra escursione agli orridi, prima tocca a quello di Nord-Est e di Ovest che si raggiungono con un sentiero che parte dietro alla bella casa in pietra, poi, dopo pranzo, è il turno dell'orrido Sud, il più bello ed impressionante. Dopo averlo attraversato proseguiamo il sentiero che ci porta in breve alle Marmitte dei Giganti, scavate dal fiume Toce, e alla bella Chiesa di San Gaudenzio a Baceno che presenta degli affreschi molto curati. Tornati sui nostri passi arriviamo al camper ed imbocchiamo la via per la Val Formazza che risaliamo fino alle Cascate del Toce e a Riale dove sostiamo nell'area attrezzata per camper (con CS 8 euro al giorno).
Il mattino successivo facciamo una passeggiata fino alla diga e al lago Moresco che si trovano poco più su del parcheggio. Il lago è enorme. All'inizio pensiamo di farne il giro completo, ma, visti i nuvoloni che incombono, cambiamo idea e ridiscendiamo. Dopo pranzo andiamo a piedi fino alle Cascate del Toce (30 minuti) per ammirare la loro meravigliosa e spettacolare caduta. Particolare è il fatto che il getto non è sempre presente, ma viene aperto solo in orari prestabiliti in quanto le loro acque sono utilizzate a scopi idroelettrici. Il tempo di vederle a naso giù dalla minuscola passerella e di fare qualche foto ed inizia a piovere. Troviamo riparo sotto il portico della chiesetta e quando accenna a smettere ci incamminiamo di nuovo al parcheggio. Ripreso il mezzo scendiamo a valle fermandoci dopo le gallerie a scattare qualche foto alla cascata in posizione più bassa, facciamo una passeggiata a Formazza e poi torniamo a casa con il proposito di tornare presto in queste belle valli.
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Il nostro week-end inizia come al solito al venerdì sera. Sono oramai le 18.45 quando riusciamo a partire ed il viaggio si presenta più complicato di quello che dovrebbe essere. Volendo testare il nuovo navigatore satellitare, Marco si affida ciecamente alle sue indicazioni e ci vediamo a girovagare per le colline intorno a Torino!! Dopo giri assurdi riprendiamo la giusta via e giungiamo a Bielmonte verso mezzanotte. Lì, come al solito, sostiamo nell'area attrezzata per camper presso il parcheggio del piazzale 2 (costo 3,50 euro per notte da pagare al vicino bar).
Il giorno dopo ci svegliamo con un bel sole ed iniziamo la nostra visita all'Oasi. Prima di tutto percorriamo la Panoramica Zegna fino alla Conca dei Rododendri, dove facciamo una breve passeggiata. Purtroppo il periodo di fioritura è già finito e dei fiori colorati non c'è neppure l'ombra !! Tornati indietro ci dirigiamo a Bocchetta Margosio e facciamo prima un pezzo del Sentiero Rubello, poi, nella direzione opposta, quello di Frà Dolcino che ci conduce fino a Bocchetto Luvera. Incontriamo diversi cespugli di rododendro selvatico in fiore ed ammiriamo, da Margosio, una splendida vista sulla catena del Monte Rosa. Marco e Mara salgono anche fino al Cippo di Frà Dolcino. Dopo pranzo scendiamo lungo la Panoramica Zegna fino a Barbato dove visitiamo il Santuario della Brughiera. Da lì percorriamo il sentiero che porta al Santuario di Mazzucco fino al paese di Capomosso, poi torniamo sui nostri passi. E' ora di andare ad Oropa dove più tardi, nell'area attrezzata vicino al santuario, ci incontriamo con i nostri amici (11 euro per 24/h). Appena in tempo prima che inizi a piovere.
Fortunatamente il giorno dopo splende di nuovo il sole e si può partire per l'escursione al lago Mucrone!! Seguiamo il sentiero che parte da dietro il santuario e che sale nel bosco, lungo il fiume, fino ad una cappella. Da qui il percorso prosegue allo scoperto sulla montagna e ....sorpresa... ci fa attraversare una grande distesa di neve, resto di un'enorme valanga invernale! La superiamo con qualche timore e ben presto raggiungiamo il Rifugio Rosazza. Dopo una breve sosta per ricompattare il gruppo, ripartiamo e in 10 minuti arriviamo alla cabinovia e al Rifugio Savona. Ormai manca poco ...solo un'altra grossa striscia di neve ci separa dal lago che ci appare quasi interamente gelato. E' una meraviglia!! Tutto intorno c'è ancora parecchia neve e quindi, rinunciamo al giro del lago come avevamo programmato. Pranziamo velocemente, visto il freddo che inizia a farsi sentire e poi scendiamo a valle. Torniamo al camper appena in tempo prima che inizi a piovere!! Ci concediamo un pò di riposo e poi, mentre le bambine giocano, andiamo a visitare il Santuario di Oropa ...visto che siamo qua dobbiamo approfittarne! Ceniamo ancora lì in compagnia e poi partiamo in direzione di Cuneo. Peccato, il weekend è già terminato!
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Questa località fa parte del comune di Roquebrune sur Argent e si affaccia al mare con una costa 8 chilometri in cui spiagge di sabbia fine si alternano a promontori rocciosi. Sono le cosiddette "calanques", unite tra loro da un sentiero litorale. La plage de La Gaillarde è una delle spiagge di Les Issambre, la più lontana dal centro. E' libera e sorvegliata nei mesi estivi. Il fondo è un misto di sabbia e ghiaia fine, il mare è limpido e sempre pulito, ma subito profondo non è molto adatto ai bimbi piccoli. Sulla spiaggia sono presenti due bar che offrono servizio di noleggio sdraio e ombrelloni, docce e bagni ed un campo da beach volley.
Noi ci siamo stati a Giugno e non l'abbiamo trovata molto affollata. E' da verificare come sia la situazione nei periodi di alta stagione.
Diverse le opportunità di soggiorno presenti, tra cui Le Domaine de La Gaillarde, una proprietà composta da appartamenti in bassi edifici situata sulla collina prospiciente la spiaggia, il campeggio Au Paradis des Campeurs e l'area attrezzata per camper Chez Marcel.
Noi abbiamo più volte cercato posto nel campeggio, ma risulta sempre completo e bisognerebbe prenotare con largo anticipo. Da qualche tempo accanto è stata aperta una piccola area attrezzata per camper ed è lì che quest'anno abbiamo trascorso le nostre brevi vacanze al mare (4 giorni in tutto!). E' un posto molto piacevole ed il proprietario, Marcel, è una persona simpatica, socievole e disponibile. All'interno, oltre ai classici servizi camper, sono presenti i bagni con docce (a gettone), la lavanderia, una pizzeria ambulante (avete presente quelle sui furgoncini, molto usuali in Francia?) e rivendita di pane e briosche.
Dopo un inverno trascorso in letargo è giunta l'ora di tirare fuori i nostri scarponcini! L'occasione ce lo offre un evento particolare a cui è possibile assistere solo in questo periodo dell'anno: il Pis del Pesio che sgorga in cascata.
Il Pis del Pesio non è altro che la sorgente del fiume Pesio. Si trova nell'omonima valle, all'interno del Parco Naturale Alta Valle Pesio e Tanaro e rappresenta uno dei più importanti fenomeni carsici delle Alpi Liguri La caratteristica di questa sorgente è il fatto che sia posta all'interno di una parete calcarea, risorgiva di una vasta rete idrologica sotterranea che raccoglie le acque che provengono dalla soprastante Conca delle Carsene e dal Piano Ambrogi, al piedi del massiccio del Marguareis. Nei periodi più ricchi d'acqua, e quindi in primavera ed autunno, il livello del torrente sotterraneo si alza a tal punto che l'acqua esce sotto forma di cascate da una grotta posta a 25 metri di altezza generando una serie di spettacolari cascate. Si raggiungono con una passeggiata di cira un ora e mezza su un sentiero piuttosto agevole. Tutti gli anni in questo periodo ci ripromettiamo di dare un salto a vederle, ma fino ad ora non siamo mai riusciti a vederle nella loro piena attività. Quest'anno le notevoli precipitazioni nevose e le abbondanti piogge primaverili hanno acuito questo fenomeno rendendolo imperdibile.
Ci svegliamo con qualche dubbio sulla partenza, ieri e durante la notte ha piovuto e per oggi le previsioni non sono buone e come sempre quando si parte per la montagna ci chiediamo "Andiamo o no?". Questa volta la risposta e "Si!", quindi dopo colazione carichiamo zaino e macchina fotografica in auto e partiamo alla volta della Valle Pesio.
Da Cuneo passiamo per Peveragno, paese delle fragole (buonissime!), Chiusa di Pesio e da lì, è impossibile sbagliare, risaliamo fino a Vigna, San Bartolomeo e Certosa di Pesio, chiamata così per l'edificio religioso che ospita e che si può visitare. Alla Certosa ci rendiamo conto della quantità di persone che hanno avuto la nostra stessa idea!! Proseguiamo ancora con l'auto fino al Villaggio Ardua da dove è vietato proseguire con i mezzi a meno che non si paghi un biglietto per i parcheggi superiori (2 euro per le auto e 1 euro per i motocicli). Noi ci fermiamo qui e scarponcini ai piedi e zaini in spalla iniziamo la nostra passeggiata.
Il primo tratto da percorrere, di circa 20 minuti, è purtroppo su strada asfaltata e conduce a Pian delle Gorre, un vasto pianoro contornato da latifoglie ed abeti, punto di partenza per le escursioni al Marguareis e punto tappa grazie alla presenza di un Rifugio. La strada asfaltata corre all'interno di un bosco, è il periodo di fioritura degli Allium, piccoli fiorellini bianchi spuntano un pò ovunque alla base degli alberi e lungo il filo della strada e, visto il loro profumo inconfondibile, ci sembra quasi di essere entrati un grande pentolone di minestrone!! Dal Pian delle Gorre, dove già numerosi turisti stanno cercando di occupare con i loro plaid ogni centimetro di prato libero, prendiamo il sentiero che parte sulla destra, in discesa verso il bosco ed il corso del Rio del Salto che attraversiamo grazie ad un ponte in legno.
La mulattiera procede pressochè in falso piano fino ad un bivio, dove lasciando sulla destra il sentiero che porta all'Osservatorio Faunistico, imbocchiamo quello a destra che sale subito deciso e si addentra in un bel bosco di faggi ed abeti. Purtroppo la ristrettezza del sentiero, il suo fondo viscido dopo le ultime piogge e soprattutto la presenza di un gran numero di escursionisti (non ne avevo mai visti cos' tanti, giuro!) fanno sì che non riesca a godere appieno della bellezza del panorama. Troppe voci, troppe persone poco abituate alla montagna, ognuno con un ritmo diverso nelle gambe impongono una passeggiata praticamente in fila indiana. Era prevedibile visto il giorno festivo ed il fatto che la cascata non durerà a lungo, ma così proprio non me l'ero immaginato!
Dopo circa 40 minuti di cammino arriviamo al Gias Fontana e alla sua radura. Non ci fermiamo come fa la maggior parte, ma proseguiamo a salire in un bosco ancora più fitto, con alberi alti e fiorellini primaverili ai loro piedi. Favoloso! La salita termina pressapoco nei pressi della sorgente, tempo di superare una lingua di neve che ancora resiste, frutto di una slavina, che crea qualche problema ai più e che ci imbottiglia di nuovo, e siamo finalmente arrivati. Il rumore dell'acqua è fortissimo e una volta tanto copre gli schiamazzi delle persone che ci stanno attorno.
La cascata principale è veramente spettacolare come ce l'avevamo descritta! Ne abbiamo viste altre più belle e grandiose, certo, ma questa è comunque un evento. L'acqua esce dal buco al centro della parete con una grande forza e si tuffa con un balzo di venti metri nel letto del Pesio. Non ci sono, purtroppo giochi di luce sull'acqua, anche se è una giornata di pieno sole la posizione della sorgente all'interno del bosco fa sì che sia poca la luce diretta che vi filtra.
Sostiamo per un pò con il naso in su per un pò lasciandoci bagnare dalle gocce d'acqua che arrivano dall'alto e scattiamo qualche foto. Mi sarei aspettata di dover far la coda anche per vederla, ma è sorprendente il fatto che la maggiorparte delle persone che si sono incamminate fino a qui si fermino un minuto, giusto il tempo per uno scatto e poi ridiscendano di nuovo. Meglio per noi che possiamo assaporarne in pace la bellezza.
Scendiamo giù per lo stesso sentiero, ora c'è meno gente, più silenzio e possiamo godere dell'incanto del fresco bosco. Arrivati al bivio con l'Osservatorio Faunistico decidiamo di andarlo a vedere e sulla strada mangiamo i panini sedendoci con le gambe a penzoloni su uno dei ponti in legno che attraversano il Pesio. Dell'osservatorio rimane ben poco, le reti che proteggevano gli animali sono in parte coricate (forse la neve dell'inverno?), dei caprioli che vi abitavano un tempo non c'è traccia, ma rimangono le altane utilizzate dai guardia parco per gli avvistamenti. Da lì in breve il sentiero ci riporta a Pian delle Gorre dove ripercorrendo la strada asfaltata ritorniamo alla nostra auto.
Nonostante il grande afflusso di gente l'esperienza è stata senza ombra di dubbio positiva. Consiglio senz'altro questa breve e facile escursione con l'accortezza di effettuarla, se è possibile, in un giorno infra-settimanale. La nostra idea di partenza era quella di effettuare un anello che doveva toccare anche le Cascate del Saut utilizzando il sentiero che dai pressi del Pis del Pesio porta al Gias dell'Arpi e poi al Cascate del Saut con ritorno al Pian delle Gorre. Purtroppo non ci è stato possibile in quanto tale mulattiera era impraticabile, probabilmente perchè, passando proprio sopra le cascate, non era stata ancora rimessa in sesto dopo l'inverno passato.
Chi è interessato può consultare il sito lafiocavenmola che contiene una pagina dell'itinerario completa di fotogallery e waypoint per navigatore satellitare.
IL VIAGGIO
Iniziamo il nostro viaggio verso la Provenza il pomeriggio di Giovedì 17 Luglio 2008 oltrepassando, come consuetudine, il confine attraverso il Colle della Maddalena. Facciamo una breve sosta a Jausier e poi andiamo di filato fino a Laragne dove pernottiamo.
L'indomani attraversando le strette e pittoresche Gorges de la Meouge giungiamo a Sederon. Da qui iniziano i campi di lavanda e noi facciamo numerose soste per scattare fotografie prima di giungere a Sault.
Questo piccolo paesino, tranquillo e tipicamente provenzale, si affaccia sul plateau d'Albion, una delle zone più conosciute per la produzione della lavanda. Nella piazza principale del paese godiamo un ottimo belvedere sulle coltivazioni sottostanti. Ripartiamo in direzione di Banon dove facciamo un giro in questo piccolo paese medioevale. La prossima tappa è St.Cristol d'Albion che raggiungiamo attraversando Rustrel ed il suo magnifico Colorado Provencal già visitato nelle vacanze pasquali. A St.Cristol vediamo la chiesa di Notre Dames in stile romanico con capitelli molto ben lavorati. Siccome è ancora presto per andare a Malaucene, dove pernotteremo, decidiamo di salire fino al Mont Ventoux, mitica cima ciclistica che offre un bel panorama, ma anche un vento pazzesco! A Malaucene, dopo aver cenato, passeggiamo nel paese con stretti vicoli e angoli suggestivi.
La prima tappa della giornata successiva è Carpentras che raggiungiamo dopo aver fatto sosta a Barroux per vedere da fuori il castello omonimo. Dopo la visita della città andiamo a Pernes les Fountaines, paese famoso per il fatto di avere almeno 40 fontane. Facciamo un giro e ne vediamo alcune, ma non avendo una mappa precisa della loro posizione rimane difficile scovarle. E' pomeriggio e decidiamo di andare fino all'abbazia di Senanque per fotografarla nel contesto dei campi di lavanda fioriti. Il panorama è bellissimo con tutto questo colore blu! Tralasciamo, invece, la visita dell'abbazia in quanto a causa del gran caldo non siamo vestiti in modo consono. Sulla strada che ci porta a Valensole ci fermiamo ancora a vedere il bel Pont Julien nei pressi di Bonnieux.
E' giorno di festa a Valensole:c'è, infatti, la Festa della Lavanda. Dopo colazione ci avviamo, quindi, in paese e assistiamo alle varie manifestazioni, la sfilata in costume, la distribuzione dei mazzi e il mercatino allestito con bancherelle che propongono prodotti locali rigorosamente a base di lavanda. Assaggiamo e compriamo qualcosa, visitiamo il piccolo paese ed assistiamo ad una mostra di articoli artigianali ed alla dimostrazione di massaggio alle mani. Pranziamo, ma il tempo, fino ad ora splendido, pare guastarsi, così decidiamo di partire per fare ancora un giro del Plateau di Valensole. Attraversiamo i campi di lavanda, fermandoci sovente per fotografare il paesaggio. Arrivati a Riez torniamo a Valensole e prendiamo la via di casa pienamente soddisfatti del modo in cui abbiamo trascorso il nostro tempo qui.
Note
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